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Il Magazine del viaggiatore
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Alessandro è un insegnante barese di 38 anni, che 9 anni fa si è trasferito nella capitale magiara, dove ha creato due blog: prima Live in Budapest, dove ha raccontato gli inizi della sua vita in Ungheria e poi il più recente L’altra Budapest, in cui fornisce una guida alternativa della città danubiana. liligo.com l’ha intervistato per voi.

1. Buongiorno Alessandro. Per cominciare vorremmo sapere perché hai scelto di vivere proprio a Budapest.

Buongiorno a voi! Parole esatte, in effetti per me Budapest è stata proprio una scelta. Innazitutto, la mia generazione in fondo è sempre stata affascinata da questi paesi, che vedevamo, preadolescenti, solo alle Olimpiadi negli anni 80 in tutine rosse o blu e improbabili acconciature o baffoni. E qui ho scoperto città bellissime, grandi eventi culturali, un società nel cuore dell’Europa in cui tutto ancora cambia rapidamente ma gelose e fiere del loro passatotanta voglia di divertirsi in mille locali e feste, e musica dal vivo, belle ragazze e buona birra che non guasta, ma anche l’Opera ogni sera da settembre a giugno.

Il parlamento ungherese

Budapest è l’unica vera grande capitale dell’ (ex) Est Europa: ha la vita di una grande capitale (dalla politica, ai concerti, ai tram che non si fermano mai neanche di notte) ed una vita ancora a misura d’uomo dove in fondo ci si incontra sempre in strada e ci si muove a piedi. Non siamo poi a Londra, qui si sceglie di venire a viverci e qui uno straniero può anche pretendere di essere un artista, anche artista di vita come dicono gli ungheresi, come gli expatriates della Parigi narrata da Hemingway e Orwell.

Szécheny Lánchíd (Ponte delle Catene)

2. Tra i maggiori ostacoli per uno straniero che decide di vivere qui, vi è senza dubbio il fattore linguistico (il magiaro non è una lingua indoeuropea ed è quasi unica nel suo genere). Tu come l’hai affrontato?

Affrontare il problema linguistico è semplice, basta studiare, come sempre nella vita. Certo ci metterai un po’ più di tempo che tedesco, inglese, russo o persiano, ma ce la farai. E senza lingua mi sentirei di fatto escluso dalla città, e quindi dalla vita. Mi perderei molto.

3. La comunità italiana a Budapest è numerosa? Esiste un profilo tipico dell’emigrante italiano che decide di trasferirsi a Budapest?

Numeri precisi son difficili da dare, ma sicuramente superiamo il migliaio: in fondo un piccolo paese con gli amori, gli screzi e l’identità dei piccoli paesi. Ho sentito e raccolto tante storie e le differenze sono soprattutto generazionali, dal pensionato che si gode la pensione, a quelli di mezz’età col mito delle calze di nylon e le penne a biro di Verdone, al giovane ingegnere che fa una scelta di vita, ma forse chi è qui (per scelta e non costretto dai casi della vita) potrebbe sottoscrivere le parole di Wim Wenders: “spostarsi è il contrario che essere a casa. E stare a casa vuol dire essere intrappolati

4. Turisticamente parlando, perché, secondo te, la capitale ungherese va visitata e conosciuta?

Grandi viali alberati, tante piazze maestose, palazzi mai banali, liberty e neoclassicismo, Budapest è un po’ Parigi, ma anche Vienna coi palazzi del potere, la musica e il ring, e un po’ Praga e Cracovia con la collina del castello e il fiume placido e la musica klezmer, un po’ Berlino con la guerra rimasta come una cicatrice su un viso espressivo e un po’ Balcani con gli zingari e la paprika, insomma Budapest è Budapest.

Hősök tere (Piazza degli Eroi)

Budapest è poi un grande punto di partenza per conoscere quell’incredibile mondo che è l’Est Europa: pasticcerie e sale da caffè, bagni termali, taverne, ottima birra e acqua e vino, città cosmopolite, lingue e religioni, fascismo, comunismo e liberalismo ancora sui palazzi e sulle facce della gente. E’ con questo spirito che si apprezza Budapest; certo monumenti e parchi sono favolosi, ma quelli potrebbero farci lo stesso effetto anche a Disneyland.

Il Bastione dei Pescatori

5. Qual è il periodo migliore per volare a Budapest per una vacanza?

Budapest attrae turisti tutto l’anno ed è la classica meta da weekend in una capitale europea; ha un clima con mezze stagioni vere: la primavera è la primavera ricca di profumi, autunni con le foglie rosse e gialle che colorano i marciapiedi, l’estate è costellata di appuntamenti ed eventi all’aperto, a partire dal Sziget fesztival, e l’inverno è romantico tra neve, mercatini di natale e club underground nascosti in uno scantinato o dietro una porta anonima del quartiere ebraico.

6. Tra le maggiori attrattive di questa città ci sono i caratteristici romkocsma (letteralmente “pub tra le rovine”). Puoi spiegarci di cosa si tratta ed indicarcene qualcuno particolarmente bello?

Le romkocsma sono pub alternativi e vintage, ricavati in vecchi palazzi in disuso e arredati da artisti con materiali e oggetti estemporanei. Tavoli e sedie uno diverso dall’altro e colorati, installazioni e sculture nate da materiali riciclati, buona birra e voglia di divertirsi. La grande tendenza della Budapest giovane degli ultimi 10 anni, per la quale dobbiamo ringraziare il genio dei ragazzi del Szimpla, la madre di tutte le romkocsma, il primo locale del genere, ancora insuperato, a mio parere, nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione.

Szimpla (1)
Szimpla (2)

Ci sarebbero tanti nomi da fare, allora meglio citare il più estremo: l’R33: si scende dal tram all’altezza del Műpa, il nuovo Palazzo della Musica, ma si attraversa la strada per entrare tra le due grandi statue in bronzo di tori, all’interno dell’ex macello comunale, anno 1872, ma ora grande centro logistico. E qui in fondo trovate un edificio con una grande, enorme sala, un teatro con colonne neoclassiche che sembra il set di un film di Lynch. Per rimanere in zone più accessibili, il posto dove sono cliente fisso, o in ungherese torzs vendég, è il Vittula, Kertèsz u.4, dove la parola underground spiega tutto.

Vittula (1)
Vittula (2)

7. Sappiamo che ti proponi anche come guida personalizzata per percorsi turistici alternativi in città. Puoi suggerirci un paio di posti della città, anche poco conosciuti, da visitare assolutamente?

E’ un gran piacere in ogni occasione accompagnare i miei ospiti alla scoperta della città, nei luoghi più famosi, per mostrarli anche sotto la luce non riflessa di una guida turistica patinata o per posti alternativi, bellissimi e affascinanti, ma poco noti, che portano dritto al cuore della città. Se il quartiere ebraico è ormai entrato nei circuiti quasi ufficiali, consiglio a tutti di girare per l’VIII distretto, il quartiere “malfamato” o se vogliamo “multietnico” ora in rapida trasformazione, con gente vera, meraviglie liberty, le nuove romkocsma, storie del tormentato XX secolo, il più grande mercato cinese dell’Est Europa e poi rifugiarsi in una birreria o in una bettola a riposar le membra.

Józsefváros, VIII distretto di Budapest (1)
Józsefváros, VIII distretto di Budapest (2)

Qual è, secondo voi, la più bella città della Mittleuropa?

Foto: Alessandro (foto di copertina, Vittula, Jozsefvaros)

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