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Il Magazine del viaggiatore
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Laura, Tilla e Dona si sono traferite qualche anno fa nella Grande Mela da dove animano il blog VivereNew York. Oggi cerchiamo di conoscere meglio loro e la metropoli americana, vissuta e raccontata con gli occhi di queste tre giovani italiane.

1. Buongiorno ragazze, potrete prensentarvi e spiegarci perchè avete scelto di traferirvi a New York? Come nasce il vostro blog? 

Laura: ciao a tutti! In Italia lavoravo come attrice così nel 2007 insieme a mio marito Luca, anche lui attore, abbiamo scelto di partire per NY. “If you can make it here…“. A parte le prime difficoltà ad emigrare (volere è potere), rimboccandosi le maniche e non arrendendosi mai tutto diventa possibile! Da subito ho iniziato a godere al massimo della città e condividevo tutte le mie scoperte con gli amici (e gli amici degli amici) in visita finché nel 2009, la mia amica Elena  mi spinse a rendere disponibili a tutti questi suggerimenti su VivereNewYork.

Laura
Laura

Tilla: ciao! Il mio vero nome è Maria Cristina, sono una illustratrice e ho cominciato a dipingere professionalmente anche grazie ai miei nonni speciali i quali mi hanno sempre spronato a credere nel mio talento. Nei miei ritratti, una bella mela rossa era spesso la protagonista. Sarà stata una casualità, visto da dove sto scrivendo? Vivo a NYC dal 2013, insieme a mio marito Fabio, Designer che ha aperto la sua agenzia qui, e ai nostri due cani, Guenda e Theodore.

La mia Big Apple rappresenta il saper “cogliere” le grandi occasioni che essa sa offrirti e fare di tutto perché si realizzino. Questa è la città dove tutto può succedere e se sarai capace di “morderla” nel modo giusto, lei ti accoglierà a braccia aperte. Ho conosciuto la mitica Laura nell’aprile 2013 proprio grazie a VivereNY e da quel giorno la nostra amicizia è cresciuta sempre di più finchè, pochi mesi fa, ho accettato con grande entusiasmo d’entrare a far parte del VivereNY team.

Tilla
Tilla

Dona: Ciao amici! Allora, io ho sempre avuto NY nel cuore. Il modo per arrivarci per me’ e’ stata la mia laurea in medicina. Ho iniziato a venire qui nel 2009 per studiare d’estate a Mount Sinai (nel gennaio 2010 ho conosciuto Laura che e’ andata a scuola con il mio migliore amico!) e poi una volta laureata mi sono trasferita nel 2012. Quando mi e’ scaduto il visto, il mio ragazzo di allora, pazzamente innamorato (e come si fa a non innamorarsi di me?! haha) mi ha chiesto di sposarlo! Ora viviamo felici con 4 gatti a Hell’s Kitchen!

Dona
Dona

2. La metropoli americana è una delle città più presenti nell’imaginario collettivo: c’è qualcosa che vi ha sorpreso e che non pensavate di trovare, arrivando nella Grande Mela?

Laura: avevo sentito dire che i newyorkesi erano molto individualisti e “rudi”. Mi  ha sorpreso la loro apertura e disponibilità. Se non fosse stato per il loro aiuto non sarei mai riuscita ad emigrare!

Tilla: la prima volta che vedi NewYork è davvero emozionante; si ha la sensazione d’essere all’interno di un bellissimo film.
Arrivando da un piccolo paese molto famoso per il vino e il buon cibo, Barolo, pensavo che a NY sarebbe stato difficile trovare cibo davvero buono. Ebbene mi sbagliavo totalmente, qui ci sono i mercati con tutti i contadini locali e prodotti veramente freschi e validi.

Dona: Per me la sorpresa e’ stata il fatto di trovare un ambiente dove c’e’ davvero qualcosa per tutti. Dal tipo di cucina, al backgroud culturale, alla musica, gruppi, interessi, lavoro… La varieta’ di situazioni e ambienti e persone che New York offre e’ incredibile e meravigliosa. Sembra di avere il mondo in tasca!

cinema

4. In generale, cosa occorre a chi decide di trasferirsi nella Grande Mela, per integrarsi al meglio nella società newyorkese?

Laura: Intanto serve un visto (su VivereNY.it c’è un’intera pagina dedicata a questo tema), poi solo tanta voglia di mettersi in gioco, reinventarsi da capo. NY è una città ripaga di tutti gli sforzi fatti, e continua a richiederti energie anche solo per “sopravvivere”.

Tilla: per provare a trasferirsi nella Big Apple occorre prima di tutto un bel piano d’attacco. Per ottenere un Visto per lavorare negli USA devi saper offrire un lavoro che un’americano non potrebbe fare o comunque trovare una compagnia che abbia davvero bisogno di te.

Dona: D’accordissimo con Laura. Quello che posso aggiungere io e’ che serve coraggio e la voglia di tener duro. Ho visto un sacco persone venire qui convinti di essere in grado di “mordere la mela”. Purtroppo la Mela comincia a morderti lei, e se non sei forte a sufficienza, non sai accettare rifiuti e il fatto che all’inizio le cose non andranno splendidamente come si vorrebbe, allora non vale nemmeno la pena venire. NY dà tantissimo ma chiede anche tantissimo. Se si ha il coraggio do accettare la sfida, NY diventa il miglior parco giochi del mondo!

ny

5. Come sono visti gli italiani in città?

Laura: gli italiani sono amatissimi! Solo il fatto di essere italiani ci regala una marcia in più. In giro spesso veniamo fermati da qualcuno che è stato in Italia e in molti addirittura non desiderano altro che praticare la bella lingua.

Tilla: come dice Laura, gli italiani sono davvero apprezzati qui a NY.

Dona: Io ricevo sempre abbracci e un sacco di affetto quando dico che sono italiana. Anzi, non ho nemmeno bisogno di dirlo, il mio accento si sente subito e loro dicono sempre “you’re so cute!

Columbus Day a New York City
Columbus Day a New York City

6. Qual è il rapporto tra le vecchie e le nuove generazioni di Italiani emigrati nella Big Apple? Esistono ancora delle vere Little Italy in città o si tratta soltanto di un ricordo del passato?

Laura: gli italo-americani sono fieri delle proprie origini anche se in molti casi le giovani generazioni non sono ancora mai stati in Italia. Ci sono poi organizzazioni non profit come NY-Italians (la più popolare qui) che creano eventi per permettere ai recenti immigrati italiani di conoscere chiunque abbia una passione per l’Italia e la sua cultura, lo trovo un ottimo strumento di supporto per tenere vivo questo filo rosso che ci collega.

Tilla: NY è piena di italiani. Quando mi capita d’incontrare un signore di origini italiane di solito mi racconta tutta la storia della sua famiglia e il motivo per il quale sono emigrati.

Dona: Assolutamente! Little Italy e’ molto turistica ora, ma ci sono parti di quartieri carinissimi in alcuni dei neighborhoods come Astoria nel Queens che hanno una buona percentuale di Italiani e festeggiano sagre e “fiere di paese” come se fossero in Italia. Alcune tradizioni davvero non muoiono mai, ed e’ bellssimo cosi’.

Astoria nel Queens
Astoria nel Queens

7. Passiamo all’aspetto turistico: qual è, secondo voi, il modo migliore per organizzare un viaggio nella Grande Mela?

Laura: sul nostro blog, VivereNY.it , aggiungiamo sempre contenuti su come godere al massimo della città… Se già non lo state facendo, seguiteci anche su Facebook e se avete delle domande saremo felici di rispondervi!

Tilla: io suggerirei di non soffermarsi solo in Manhattan ma di affittare delle bici e visitare la bellissima Brooklyn; meno caotica e altrettanto affascinante.

Dona: La cosa migliore e’ ricercare la citta’ prima di arrivare qui. Ci sono talmente tante cose da fare che e’ molto facile sentirsi un po’ in soggezione girare sempre nelle stesse parti. New York non e’ solo Times Square o l’Empire State Building. E’ importante (e bellissimo) vederla tutta e sapere che va ben al di la’ di quello che si conosce tramite film e notizie che arrivano in Italia.

Times Square
Times Square

8. Le attrazioni e le attività da non perdere assolutamente?

Laura: io consiglio assolutamente a tutti di prendere l’East River Ferry fino a Dumbo per fare una passeggiata lungo il Brooklyn Bridge Park, approfittando anche delle varie attività gratuite all’aperto organizzate durante l’estate (kayaking, yoga, cinema all’aperto, concerti sul prato e a bordo della Barge Music…) e mi raccomando: indipendentemente dalla vostra età, fate un giro sulla giostra di cavalli degli anni ’20 (Jane’s Carousel). Per restare negli anni Venti poi, vi suggerisco di vestirvi a tema e prendere il traghetto per Governors Island in occasione di JazzAge (un vero e proprio tuffo nel passato!) oppure nel periodo natalizio di salire a bordo del treno Nostalgia (1930-45) che torna in servizio le domeniche senza costi aggiuntivi.

Jazz Age
Jazz Age

Tilla: io ho trovato molto interessante Ellis Island Immigration Museum.

Dona: E una passeggiata a Coney Island d’estate non volete mettercela? Inoltre aggiungete la Mermaid Parade! E poi di sicuro una gita a Dykers Heights per vedere le incredibili luci natalizie, la battaglia dei cuscini a Washington Square Park, e un giretto al cimitero di Greenwood!

Coney Island
Coney Island

10. Tre aggettivi per descrivere la “vostra” New York?

Laura: stimolante, inarrestabile, vulcanica.

Tilla: energetica, incoraggiante, sorprendente.

Dona: emozionante, competitiva, gratificante.

Lady Liberty
Lady Liberty

11. Vi manca mai il vostro Paese? Cosa portereste dell’Italia a New York? Cosa invece della città che non dorme mai nel Bel Paese?

Laura: amo tornare in Italia in vacanza e mi manca tantissimo la mia famiglia. Dall’Italia potrei la qualità della vita: qui si è costretti anche a fare tre lavori per poter semplicemente “sopravvivere”. La vita è carissima, siamo noi a non dormire mai per riuscire a fare tutto… I nostri amici italiani sanno (e possono) ancora prendersi delle pause.

Dell’America mi piace l’alto senso di responsabilità e l’idea che le cose ce le si debba guadagnare, guardando sempre avanti con ottimismo. L’abitudine italiana di aspettare che qualcun altro intervenga mentre ci si lamenta credo giochi a svafore. Se gli italiani indossassero l’atteggiamento degli americani credo che l’Italia avrebbe un immediato successo!

Tilla: l’Italia è un paese colmo di bellezze che gli italiani purtroppo non sono ancora in grado di valorizzare e prendersene cura. Come dice anche Laura, porterei in Italia la mentalità del non lamentarsi mentre a NewYork gli agnolotti del Plin!

Dona: Questa domanda e’ molto difficile per me perche’ io ho lasciato l’Italia che avevo 24 anni (quasi 20 anni fa!) e sono tornata poco a casa. Dell’Italia mi mancano gli amici, il festeggiare eventi tutti insieme attorno ad una tavola imbandita, il senso della famiglia che qui non si trova cosi’ marcato. Di New York amo le tante possibilita’ di reinventarsi, la vita frenetica che e’ perfetta per me, e la varieta’ di opportunita’ disponibili.

Broadway
Broadway

12. Per la vostra esperienza personale, gli USA e la sua città simbolo sono ancora la terra delle opportunità?

Laura: emigrare negli USA è complicato. Come dicevo anche prima però volere è potere. Lo stesso vale per le opportunità: non basta avere una bella idea per farcela, è necessario tantissimo impegno. Qui le cose non succedono, te le conquisti.

Tilla: assolutamente se si ha forza di volontà di perseverare.

Dona: Dipende dal tipo di pesona che sei. Se lavori duro e ti sai rialzare mille volte quando NY ti butta a terra allora sì, questa e’ la citta’ (il Paese) che ti puo’ offrire tutto. Se preferisci non rimetterti in gioco, fare una vita tranquilla e comoda, non accettare sfide, allora qui ti sentiresti abbastanza emarginato. Quello che ha detto Laura e’ verissimo, la proverbiale “pappa in bocca” qui non succede, ma “l’olio di gomito” funziona sempre!

vivereny Foto: VivereNewYork, Jazz Guy, Aude, Paul Stein, kent / Wikimedia Flickr cc. 

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