Carolina, sarda di 21 anni, si è trasferita 3 anni fa dalla sua Olbia a Londra, per studiare giornalismo alla City University. Da allora, tra un progetto e l’altro, racconta la vita della capitale inglese e degli italiani che ci vivono attraverso il blog London’s Calling.
1. Ciao Carolina. Come sei arrivata a Londra? Cosa ti ha spinto a scegliere questa città rispetto ad altre possibili destinazioni?
Mia madre era un’assistente di volo appassionata d’inglese e di Londra e ha iniziato a parlare in inglese con me dalla nascita. La prima volta che sono venuta a Londra avevo pochi mesi e conoscevo la città come le mie tasche già a quattordici anni, quando ho iniziato con le vacanze studio. Il sogno di venire a studiare qui è nato in quel periodo: amavo lo spirito alternativo della città e la sua storia musicale (sono una gran fan dell’hard rock e dell’heavy metal) e quando ho deciso di studiare giornalismo e ho visto che in Italia la tendenza era triennale + master, ho voluto fare tutto subito e iniziare direttamente con una laurea in giornalismo.

2. Come nasce il tuo blog? Quali finalità si propone?
Il blog London’s Calling è nato l’estate prima dell’inizio dell’università, quando i professori ci hanno consigliato di avere qualcosa da mostrare ad eventuali datori di lavoro a cui mandavamo il curriculum (a Londra inizi a fare work experience e a mandare curriculum dalle superiori!). Quindi ho deciso di documentare il mio viaggio universitario che, per chi non è abituato a far domanda, può essere piuttosto difficile. Quando ho imparato la “tecnica” giornalistica inglese – ossia “Degli affari tuoi non gliene frega niente a nessuno, parla di cose utili alla popolazione” – ho iniziato a fare recensioni e a scrivere articoli veri piuttosto che a parlare dei miei problemi.
3. La comunità italiana a Londra è talmente numerosa da aver fatto diventare la capitale inglese la quinta città “italiana”? Perché secondo te questa città è così amata dagli italiani?
Perché è allo stesso tempo vicina e lontana: a poche ore di aereo dall’Italia, ma lontana anni luce per cultura, abitudini e possibilita’… Con tanto di cucina di casa a disposizione! A Londra trovi le sfide che in Italia non trovi ma non sei mai troppo lontano per tornare.

4. E’ ben integrata questa numerosa comunità? Come sono visti gli italiani dai londinesi? E’ facile entrare in contatto e fare amicizia con “i locali”?
La comunità italiana è integratissima nella vita londinese. Una delle mie colleghe qui a lavoro è italiana per esempio e non è difficile per gli italiani trovare un buon lavoro. Fare amicizia con gli inglesi non è difficile: sono amichevoli, ma per conoscerli bene ci vuole una vita, devi rompere una sorta di barriera che noi italiani non abbiamo. In più, ormai soprattutto a Londra è difficile trovare una persona solamente inglese: sono tutti mixed race a causa dell’incredibile ondata migratoria da cui Londra è sempre stata invasa. Devo ammettere però che – più’ all’università che a lavoro – i miei amici sono stranieri perché ci siamo trovati sulla stessa barca, a crescere e studiare in un paese straniero.
5. Quali sono le maggiori difficoltà a cui va incontro un italiano che decide di trasferirsi in questa metropoli?
Prima di tutto bisogna fare una distinzione tra italiani venuti qui per studiare, conoscendo la lingua, ed italiani venuti qui a lavorare non parlando una parola d’inglese. Per questi ultimi la vita è durissima: molto spesso si ritrovano a farsi fregare da chi (a pagamento) vuole trovargli un lavoro o a farsi sfruttare mentre fanno i lavapiatti. Si ritrovano “in the ghetto“, vivendo solo con italiani ed imparando poco. Chi invece la lingua la parla di solito si integra meglio e trova più facilmente un lavoro gratificante, facendosi sfruttare di meno. Ovviamente non bisogna generalizzare, ci sono storie diverse, e soprattutto a Londra facendo la gavetta da lavapiatti puoi diventare chef. Quindi direi che le difficoltà’ iniziali si possono superare! Un’altra difficoltà è, come ho detto prima, abituarsi ad una cultura meno comunicativa della nostra e, soprattutto, a un tempo terribile.

6. Dal punto di vista turistico qual è, secondo te, il periodo migliore per volare a Londra in vacanza?
Dipende se amate o odiate gli altri turisti: se non v’importa dell’orda di italiani in vacanza, il Natale e l’estate sono perfetti. Il primo ha un’atmosfera fantastica, il secondo un tempo migliore (di solito). L’ideale per trovare Londra più’ vuota del solito è febbraio, aprile oppure ottobre (per Halloween).
7. C’è qualche locale, quartiere o luogo d’interesse poco noto della capitale inglese che ti senti di consigliare ai nostri lettori?
Ormai sta diventando famoso, ma Shoreditch è il mio quartiere preferito: è alternativo, se ti vesti da barbone non ti dice niente nessuno e nei locali conosci sempre qualcuno d’interessante! Ci sono sempre un nuovo mercato, un nuovo ristorante pop-up o una nuova serata assurda in stile cinema nella vasca pronti ad aprire.


8. Tre aggettivi per descrivere la tua Londra.
Caotica (lavoro ad Oxford Street per un’azienda di comunicazioni e voglio morire ogni volta che prendo i mezzi) Random (finisco sempre per sedermi a tavola con persone assurde nei miei locali preferiti – fotografi, scrittori, una volta ero nello stesso locale di Tom Felton di Harry Potter) Droga (la ami e la odi allo stesso tempo, ma quando hai provato non puoi stare senza)
9. Hai mai nostalgia dell’Italia? Cosa ti manca di più e cosa di meno del Bel Paese?
Ho sempre nostalgia! Mi manca il bel tempo e il buon cibo tutti i giorni… ma almeno qui sto a dieta. Quello che mi manca di meno invece è l’idea di non riuscire a fare tutto quello che voglio fare, o perché il nostro paese non mi offre abbastanza possibilità o perché la bella vita mi rende pigra! Scherzo…

Andreste a vivere a Londra?