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Google Earth non smette mai di stupirci: una costante evoluzione negli anni ne ha fatto un prodotto sempre più alla portata di tutti. E così, dalla scoperta degli itinerari migliori si è passati allo street view, “passeggiate virtuali”: ma chi si sarebbe immaginato che il servizio lanciato da Mountain View, in California, avrebbe dato luogo a nuove scoperte? La storia odierna ci conduce in Egitto…


Le nuove, potenziali, piramidi

Angela Micol, che gestisce il sito GoogleEarthAnomalies.com, conferma: due “nuove” piramidi sono state avvistate grazie all’utilizzo di Google Earth. Si tratta della prima volta in assoluto che la tecnologia satellitare viene applicata alla scoperta di nuovi reperti archeologici. E che reperti.

A seguito di un successivo e dettagliato esame sulla formazione, il rilievo sembra avere una parte superiore piuttosto piatta e una curiosa forma triangolare simmetrica, fortemente eroso dal tempo.

Osservando le immagini diffuse in rete si notano quatto rilievi dalla forma triangolare, di cui il più grande misura 188,97 metri di larghezza, circa tre volte le dimensioni della Grande Piramide di Giza. La seconda formazione evidenzia un rilievo di 45,72 metri di larghezza, con base quadrata e tre rilievi più piccoli nelle vicinanze.

Il passo successivo? Entreranno in campo gli egittologi, con un team di ricerca, il cui scopo è di proteggere l’area interessata e appurare se si tratta o meno di autentiche piramidi.

Le immagini parlano da sole. Ovviamente, è necessario confermare la scoperta con le ricerche sul campo, volte a stabilire se si tratta effettivamente di piramidi o meno. Sostiene Angela Micol.

Se la scoperta dovesse essere confermata, l’Egitto potrebbe annoverare i nuovi siti tra le località di interesse turistico da visitare nel paese. Qual è la tua idea a riguardo? Che ne pensi di questa nuova forma di scoprire il mondo?

Aggiornamento:

Dubbi fugati: non si tratta di piramidi. A smentire la tesi della ricercatrice statunitense, ci pensa un’egittologa italiana, la Professoressa Paola Davoli, che spiega:

Non si tratta di piramidi, ma di strutture geolitiche note da tempo, collinette artificiali già esplorate in passato da E.W. Gardner e G. Caton-Thompson. Un edificio e due pozze, la cui datazione non è ancora certa e l’utilizzo è, ad oggi, sconosciuto.

Foto: timkelley / flickr cc.

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