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Il Magazine del viaggiatore
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Continuiamo il nostro viaggio verso Brasile 2014, intervistando Andrea, giornalista e blogger milanese di 28 anni, che 4 anni fa si è traferito in Brasile, prima a San Paolo, ora a Curitiba, dove ha creato il blog “Scappo in Brasile”, per raccontare il Paese sudamericano fuori dai soliti luoghi comuni.

1. Buongiorno Andrea. Tra sei mesi ci sarà il calcio di inzio di questi Mondiali tanti attesi. Il Brasile è pronto per il grande evento sportivo? Quali sono le aspettative del Paese?

Mancano solo sei mesi al calcio d’inizio, ma il Brasile non è affatto pronto per ospitare i prossimi Mondiali. Ovviamente c’è grande euforia e tanta attesa nel Paese, basta vedere quello che è successo venerdì pomeriggio quando moltissimi brasiliani, in tutte le grandi città, sono scesi in piazza per assistere al sorteggio. Però c’è anche tanta frustrazione e milioni di cittadini lo hanno dimostrato durante le manifestazioni oceaniche in concomitanza della Confederation Cup: negli anni scorsi, Mondiali e Olimpiadi erano attesi come un rito di passaggio, come il momento in cui il Brasile avrebbe potuto finalmente lasciarsi alle spalle il presente di paese in via di sviluppo per diventare nel futuro un paese da primo mondo. E invece non sta andando così.

Mi spiego meglio. Quando il Brasile fu scelto come sede dei grandi eventi sportivi, le aspettative erano grandi: ci si attendevano ingenti investimenti in strade, aeroporti, porti e ferrovie. E invece tutt’oggi le grandi città sono soffocate dal traffico caotico, dalla mancanza di pianificazione urbanistica e dalla carenza di mezzi pubblici. E pochissime delle promesse fatte sono state realizzate. Molte opere sono in ritardo clamoroso e finiranno solo dopo le Olimpiadi, altre sono state addirittura cancellate dai piani iniziali.

Arena Pernambuco, uno degli stadi dove giocherà l’Italia. 

2. In Brasile vive la più grande comunità italiana del mondo (circa 25 milioni di oriundi). Come si stanno preparando all’evento gli italo-brasiliani? Il loro tifo sarà diviso tra Italia e Brasile?

Hai detto bene, in Brasile ci sono decine di milioni di discendenti di italiani, ma non dimentichiamoci che in primo luogo sono brasiliani. La stragrande maggioranza di loro ha un legame debole con il nostro paese perché ad emigrare furono soprattutto i nonni o addirittura i bisnonni. Anche se oggi in tantissimi hanno il doppio passaporto, in pochi parlano italiano, hanno viaggiato in Italia o conoscono il nostro paese al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni: la buona cucina, il calcio, l’arte, la cultura e la Ferrari. Quindi quelli che definiamo italo-brasiliani sono in realtà brasiliani a tutti gli effetti e senza dubbio tiferanno Brasile. Poi certo guarderanno agli Azzurri con “carinho”, cioè con affetto, ma in caso di match Italia-Brasile, tiferanno Neymar & Co.

I Brasiliani di origini italiane seguiranno con affetto gli Azzurri, ma tiferanno Brasile

3. Che tipo di accoglienza devono attendersi in generale i tifosi italiani che arriveranno in Brasile per seguire la Coppa del Mondo?

Un’ottima accoglienza. Noi italiani qui siamo molto ben visti perché l’immagine proiettata dal nostro paese è positiva. Siamo famosi soprattutto per le cose belle: dalla moda al made in Italy, passando per lo “stile” in molti campi. Sostanzialmente è la proiezione di un’Italia romantica: quella della Dolce Vita, del vivere bene, di un popolo accogliente e caloroso un po’ come quello brasiliano.  E anche se questa Italia oggi non esiste più, in Brasile non se ne sono ancora accorti.

4. Quali sono, secondo te, le due o tre cose che un visitatore straniero deve assolutamente fare o vedere in Brasile?

Se possibile di prendere contatti con qualche brasiliano, italiano o amico di amici che vive in Brasile e che possa farvi da Cicerone sul luogo e portarvi in luoghi meno turistici. Per il resto abbandonatevi ai sapori, ai colori e al ritmo di questa terra e al calore delle persone. E soprattutto abbandonate la mentalità italiana del “ma in Italia questa cosa sarebbe impensabile” o “ma in Italia è meglio” e rilassatevi. Il Brasile è un altro paese, dall’altra parte dell’oceano, con tante cose che funzionano in maniera molto diversa, ritmi più lenti e una mentalità più rilassata. Per quanto riguarda i luoghi, ovviamente non conosco il Brasile interamente, ma segnalo sicuramente Rio de Janeiro e le cascate di Foz de Iguaçu. Bisogna tenere a mente che giugno e luglio sono mesi invernali e quindi in tutta la regione meridionale del Brasile, per semplificare da Rio in giù, ci saranno temperatura più o meno basse (diciamo tra i 10 e i 20 gradi in generale, ma a Curitiba, per esempio, altra città che ospiterà le partite, questo luglio ha addirittura nevicato). Quindi il consiglio, se il desiderio di molti è quello di godersi le spiagge e il mare, è quello di visitare la regione del nordest, da Salvador a Fortaleza, da Natal a Recife, queste ultime tra l’altro saranno due delle città del girone l’Italia.

Rio de Janeiro è una tappa irrinunciabile per chi visita il Brasile

5. Suggerimenti pratici: quali sono i mezzi di trasporto migliori per muoversi nel Paese da una città all’altra? Qual è la situazione a livello ricettivo e per quanto riguarda la sicurezza nelle città brasiliane?

I prezzi dei voli interni per quel periodo sono già alle stelle. Prenotate tutto in anticipo, anche gli hotel e gli ostelli, altrimenti correte il rischio di ritrovarvi a dormire per strada. Per spostarsi, oltre agli aerei (i voli low cost non esistono da queste parti), ci sono solo gli autobus: esistono decine di compagnie che collegano praticamente tutte le città del Brasile. Sono pullman da viaggio, con aria condizionata e ben attrezzati per le lunghe distanze, che partono con molta frequenza. Generalmente è possibile comprare il biglietto il giorno stesso della partenza, ma durante i Mondiali consiglio di prenotare con qualche settimana di anticipo sui siti delle compagnie. In generale, spostatevi da una città all’altra o all’interno della stessa città sempre con largo anticipo, altrimenti rischierete di rimanere bloccati nel traffico e magari di perdervi pure la partita. Per quanto riguarda la sicurezza direi di stare attenti, ma di non drammatizzare. Vivo in Brasile da oltre quattro anni e se rischiassi la vita ogni volta che esco di casa non ci rimarrei. Ovviamente gli standard non sono equiparabili a quelli europei, ma cercate di non dare troppo nell’occhio con vestiti e accessori costosi, soprattutto se non conoscete la lingua e non sapete come muovervi da queste parti. Circolate con pochi contanti (100-200 reais sono più che sufficienti) e usate la carta di credito. Evitate di andarve in giro con l’aria smarrita e il naso appiccicato alla mappa della città. Non voglio spaventare nessuno inutilmente, ma le rapine e gli scippi sono molto più frequenti che in Italia. Quindi, nella malaugurata ipotesi, non opponete resistenza e consegnate quello che avete. La vostra vita vale più di un iPhone 5. Anche se è nuovo di zecca.

I pullman sono il mezzo di trasporto più utilizzato per spostarsi da una città all’altra del Brasile

6.Tu hai vissuto prima a San Paolo ed ora abiti a Curitiba. C’è qualche luogo in particolare da consigliare a chi si recherà nelle due città?

Per quanto riguarda San Paolo consiglio le spiagge del litorale (a circa 2-3 ore di macchina) che sono molto belle, anche se poco conosciute all’estero, come Ilhabela, Maresias, Ubatuba e Barra do Una solo per citarne alcune. A San Paolo città consiglio senz’altro il parco Ibirapuera per un pic-nic e il Mercado Municipal per fare un giro e mangiare qualcosa a pranzo. Mentre per gli amanti della vita notturna consiglio il quartiere di Vila Madalena (per chi ha un perfilo bohèmienne) e la Rua Augusta per chi invece cerca una scena più underground. A Curitiba è da non perdere senz’altro il Jardim Botânico, la cartolina della città, e il quartiere di Largo São Francisco, nel centro storico, per passare una serata al bar.

Curitiba, la città dove vive attualmente Andrea

7. Vivendoci, quale idea ti sei fatto di questo Paese e delle sue contraddizioni?

Per semplificare diciamo che larghi strati della classe media non sono affatto soddisfatti dalla gestione degli ultimi anni e lo hanno dimostrato nei mesi scorsi con le manifestazioni di piazza. Adesso la tensione si è un po’ allentata, ma il governo è ovviamente preoccupato che le proteste possano riesplodere in concomitanza dei Mondiali e rovinare la festa. Il Brasile è un Paese che ha fatto passi da gigante negli ultimi 20 anni, ma che ha ancora tanta strada da fare. I programmi sociali hanno aiutato milioni di famiglie ad uscire dalla miseria, hanno mandato a scuola milioni di bambini che in altre situazioni sarebbero andati a lavorare e hanno ridotto le disuguaglianze, che comunque rimangono tutt’oggi stridenti. Il Brasile deve oggi affrontare una serie di gravi emergenze: la mancanza di scuole ed ospedali pubblici di qualità con professori e medici preparati è una delle più sentite dalla popolazione; la violenza, che fa 50 mila morti ammazzati all’anno, e la corruzione sono piaghe sociali difficilissime da debellare; ed infine la mancanza di infrastrutture adeguate sta rallentando la crescita economica. Ma il popolo brasiliano è ottimista, vive il presente, ma guarda sempre al futuro con molto speranza. È questa la sua grande forza e forse la cosa più importante che mi trattiene qui.

Conoscete il Brasile? Condividete le risposte di Andrea?

Foto: Andrea Torrente, Sérgio Pareira Dutra, Klafubra, mariordo59, marcusrg / Wikimedia Flickr cc. 

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