Un sorriso, l’eco del mare, il sole che spunta all’orizzonte. E poi il Vesuvio che veglia dall’alto, quasi fosse un fratello maggiore. Allegria e simpatia, ma anche disagi e problematiche sociali. Napoli è un grido che parte dal profondo, che si manifesta nella voglia di vivere della sua gente, nella passione che li anima: bellezze e problematiche s’intrecciano ed è difficile distinguere il bianco dal nero. La difficoltà nel descrivere Napoli è direttamente proporzionale al suo fascino: scopriamone i segreti.
“Vedi Napoli e poi muori”: queste le parole del celebre Ghoete che giungendovi, fu catturato dal suo fascino, forza magnetica che va ben oltre l’importanza dei suoi monumenti, i luoghi d’interesse, una città impossibile da paragonare con ogni altra metropoli: unica e complessa, un libro di favole compilato in una lingua indecifrabile, un idioma custodito gelosamente da ogni napoletano. Napoli è mille colori, è il paese del sole, è inferno e paradiso lungo la stessa strada: lo recitano le parole di chi nella capitale del Sud ci vive o ci ha vissuto, di chi è ogni giorno a contatto con una realtà che da fuori viene sempre più spesso raccontata in maniera errata, una stanza degli specchi che nel riflettere, deforma le evidenze.
Napoli è un sogno, ma non fai in tempo a chiudere gli occhi che le sue problematiche salgono a galla e ti invitano a pensare, terra straziata dalla non curanza, dai tanti che seguendo alla lettera i principi danteschi dettati nell’inferno, non si curano di questa realtà, ma guardano e passano, limitandosi a giudicare. Troppo facile. Il cuore dei napoletani è grande, il sorriso è un’arma diplomatica, sguainata prontamente all’ennesimo sopruso. Ma come si dice a Napoli: “Cà nisciuno è fesso“, a buon intenditor, poche parole.
Cosa vedere?
Siamo finalmente giunti in città, ci rechiamo dunque in direzione di Piazza del Plebiscito, visitiamo il Palazzo Reale, la Basilica di San Francesco di Paola, il Teatro San Carlo, la Biblioteca Nazionale e la Galleria Umberto poco distanti. Del resto, la guida ne tesseva le lodi: voi apprezzate l’itinerario proposto, ma vi rendete conto di una cosa… è pieno di turisti! Usciamo dunque dagli schemi, alla ricerca di scorci autentici, sconosciuti ai più!
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Vicolo caratteristico Castel Sant’Elmo. Un castello medievale, che sorge sulla collina del Vomero. Aldilà dell’importanza in sé dell’edificio (oggi adibito a museo), possiede una caratteristica unica: nelle belle giornate di sole regala un colpo d’occhio sensazionale, abbracciando l’intero Golfo di Napoli, da Capo Miseno a Punta Campanella, offrendo un punto di vista alternativo sui principali monumenti cittadini, il Vesuvio e l’interland. Al lato sorge la Certosa di San Martino, uno dei più riusciti esempi d’arte Barocca dell’intera città.
- Spaccanapoli. Un’arteria che si dirama nel centro storico e che divide letteralmente in due parti la città. Ogni giorno è animata da un via vai infinito di persone, ragazzi che frequentano le università poco distanti, qualche turista, anziani e bambini che ci vivono, esercizi e piccole botteghe che contribuiscono a rendere magica l’atmosfera. In una delle tante stradine adiacenti, San Gregorio Armeno, si accalcano i turisti alla ricerca di un prezioso souvenir: le preziose statuine del presepe lavorate a mano dai maestri artigiani che continuano la propria attività anche nei mesi più caldi.
- Cristo Velato. La particolarità di questa scultura sta nella sua fama: acclamata mondialmente, quale scultura di notevole pregio, risulta il più delle volte esclusa dagli itinerari turistici. L’opera è di Giuseppe Sammartino ed è situata all’interno della Cappella San Severo, in via Francesco De Sanctis, a pochi passi dalla Piazza San Domenico Maggiore, in prossimità di Spaccanapoli.
- Fenestrella di Marechiaro. Una piccola finestra che da sul mare, ispiratrice di una delle più celebri canzoni della musica napoletana: “A Marechiaro”. Il cantante, Salvatore Di Giacomo, ispirato dalla finestra con un garofano sul davanzale, ne trasse ispirazione per il testo, ancora oggi conservato sulla lapide commemorativa posto appena sotto la piccola finestra, così come figura ancora in bella vista il garofano. Aldilà della finestra, quello che un tempo era un piccolo borgo di pescatori, Marechiaro appunto, oggi vede fiorire un gran numero di attività e potrete visitare il Tempio della Fortuna, i resti di una colonna romana e gli edifici risalenti al XVII° secolo.
Dove mangiare?
Pancia mia fatti capanna: pur programmando un viaggio di pochi giorni, si corre il rischio di prendere qualche chilo. Babà, struffoli, pastiera, casatiello e ovviamente pizza! Cosa c’è di meglio di una gustosa pizza nel centro storico, seguita da un autentico espresso napoletano, magari accompagnato da una fragrante sfogliatella? Occhio: le tentazioni culinarie sono dietro l’angolo!
Pizzeria “Da Michele” – Via Cesare Sersale, 1/3. A Napoli ha fama d’essere una delle migliori pizzerie di tutta la città, il che si commenta da solo. Particolarità della casa? Si mangia in piedi, c’è una fila enorme ad ogni ora della giornata e la scelta è ristretta a soli due gusti: Margherita e Marinara. Per i puristi della pizza.
- Mimì alla ferrovia – Via Alfonso D’Aragona 19/21. Uno dei miti locali: sorto negli anni ’40, era tappa fissa di personaggi in vista della Napoli bene, quali Totò e Eduardo de Filippo. Si preparano piatti della tradizione napoletana; la specialità dello chef? I peperoni ripieni: provare per credere.
- La Bersagliera – Borgo Marinari, 10/11. Uno dei punti forti di questo locale? La sua straordinaria collocazione, all’interno del porticciolo turistico che sorge a pochi passi dal Castel dell’Ovo. Lasciatevi guidare dall’intuito dello chef, che interpreta con maestria i piatti della tradizione napoletana. Non lasciatevi sfuggire i dolci preparati artigianalmente!
…e di notte?
Di notte la città si illumina delle luci soffuse che rendono magico il panorama cittadino, uno dei più belli al mondo. I napoletani possiedono lo spirito mediterraneo ed amano trascorrere le serate all’aria aperta (tempo permettendo!). Quanli sono le zone più affascinanti? Eccole nel dettaglio.
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“Senso Unico” I Bar di via Chiaia. Nel gergo locale sono conosciuti come baretti, resi vivaci dalla moltitudine di giovani che li frequenta quando la movida notturna ha inizio. Non lasciatevi ingannare dal nome: si tratta di locali dall’eleganza ricercata e l’ambiente risulta piuttosto invitante.
- Per le strade del Centro Storico. Largo San Giovanni, Piazzetta Santa Maria la Nova, Piazza del Gesù nuovo: questi i principali luoghi degli incontri notturni dei tanti giovani che popolano le università che sorgono in questa zona. Ambiente dinamico e simpatico: indicato a chi fa le ore piccole tra una chiacchiera e l’altra.
- Piazzetta San Pasquale. Locali alla moda e di tendenza, per una delle zone regine della vita notturna partenopea. Dalla “Scalinatella” all’enoteca “Belledonne” avrete solo l’imbarazzo della scelta. Ambiente chic: l’unico problema potrebbe riguardare le attese per entrare nei locali, dato l’elevato numero di giovani che la frequentano.
- Arenile di Bagnoli. Una discoteca in riva al mare, sede di alcuni dei migliori concerti che si tengono in città, particolarmente in voga tra i giovani e perennemente affollato. Le serate sono a tema: dal reggae all’hip hop, scegliete la giornata giusta e scatenatevi!
Fin troppi sono i luoghi imperdibili nella città partenopea, che per mere questioni di spazio restano fuori da questo vademecum cui ogni visitatore in viaggio a Napoli dovrebbe attenersi. Del resto, una visita di pochi giorni alla città potrebbe non rivelarne l’animo complesso e sfaccettato, un segreto celato in ogni suo angolo, in ogni pietra che ne costituisce le sue mura.
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