Nato come aeroporto militare, dopo i lavori di riammodernamento, lo scalo di Comiso è tornato operativo per uso civile questa estate. Già adesso l’aeroporto offre importanti collegamenti dalla Sicilia sud orientale e si propone di diventare completare al vicino e più grande scalo catanese.
Da questa estate il sesto aeroporto civile della Sicilia è diventato realtà: dopo il polo aeronautico occidentale – costuito dagli scali di Palermo e Trapani/Birgi– e gli aeroporti di Lampedusa e Panatelleria, lo scalo ibleo, situato a 15 km dalla città di Ragusa, completa, insieme a Catania, il polo aeronautico della Sicilia orientale.

Le destinazioni attualmente disponibili da Cosimo
– Ryanair : voli per Londra, Roma/Ciampino, Dublino (operativo da aprile 2014), Bruxelles
– Alitalia: voli per Milano/Linate (operativo da dicembre 2013)
– Transavia: voli per Parigi/Orly (charter)
– Medavia: voli per Malta/Luqa (charter)
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito ufficiale dell’aeroporto.
La storia dell’aeroporto “Vincenzo Magliocco”
L’aeroporto viene costruito negli anni Trenta dal regime fascista, per la sua posizione strategica nel Mediterraneo e diventa, nel corso del conflitto mondiale, la principale base da cui partono gli attacchi aerei italiani contro le forze britanniche di stanza a Malta.

Distrutto dai bombardamenti alleati, l’aeroporto viene ricostruito nell’immediato dopoguerra e si tenta una sua prima riconversione per scopi civili con la tratta Comiso-Catania, cessata dopo pochi anni. Il tentantivo viene ripetuto nel 1965, ma i collegamenti per Catania e per Palermo si dimostrano poco redditizi e lo scalo viene chiuso e abbandonato nel 1972.

Nel 1981, in piena guerra fredda, l’aeroporto viene riaperto e trasformato in una delle più grandi basi Nato nel Mediterraneo, ospitando, fra le proteste dei pacifisti, un centinaio di testate nuclerai . Nel 1991, finita la guerra fredda, la base Nato viene smantellata e si torna a parlare di nuovo di una riconversione dello scalo a scopi civili e commerciali, ma passerà più di un ventennio perché il piano giunga a termine con successo.

La rinascita dello scalo
Nel 2002 partono finalmente i lavori di ricostruzione dell’aeroporto, grazie ad un finanziamneto regionale di circa 47 milioni di euro, a cui negli anni si aggiungono altri importanti investimenti per l’ammodernamento e la costruzione delle infrastrutture sul territorio, al fine di consentire un collegamento adeguato dello scalo con il resto della provincia ragusana. Il 30 aprile 2013 avviene la prima inaugurazione simbolica del nuovo aeroporto, che, a seguito di una petizione popolare, viene intitolato al deputato comunista, ucciso dalla mafia, Pio La Torre, ma poco più di un anno dopo, tra molte proteste, la giunta comunale locale decide di rinominare il terminal col suo nome originario “Vincenzo Magliocco” (un generale dell’epoca fascista).

L’aeroporto è diventato pienamente operativo nell’estate di quest’anno con due voli charter da Malta e Parigi e la sua funzione, a regime, sarà di complementarietà rispetto all’aeroporto di Catania/Fontanarossa e base per voli charter, di linea, low cost e cargo.
Siete mai atterrati in uno degli aeroporti siciliani? Qual è stata la vostra esperienza?
Foto: NordNordWest, Società Aeroporto di Comiso / Wikimedia cc.
Mi permetto di aggiungere che ancor prima delle strutture ricettive occorrerebbe costruire una ferrovia e delle strade degne di questo nome. un turista straniero che decide di spostarsi in treno oppure noleggia una macchina e ha la sventura di percorrere la Siracusa-Catania, per fare solo un esempio, difficilmente metterà più piede in Sicilia. Bisogna constatare, senza scomodare Spagna e Croazia, che persino l’ultima potenza turistica emersa in questi anni, la Turchia, si è già portata infinitamente più avanti nell’accoglienza turistica, sotto tutti i punti di vista. Senza infrastrutture e un forte cambio culturale delle mentalità (quanti ristoranti e strutture alberghiere degli anni 60 mai riammodernati?) la Sicilia, nonostante il suo patrimonio storico-artistico senza eguali nel Mediterraneo, sarà condannata per sempre ad esercitare il suo fascino esclusivamente verso i turisti che hanno il gusto della terra selvaggia.
ma secondo me ora bisognerebbe pensare più alle strutture, hotel, spa, attrezzature sportive e ricreative, villaggi turistici etc.
perchè se è vero che attivano tutti quei voli c’è il rischio il prossimo anno che ci sia più domanda che offerta…sono stato in quell’area due anni fa, qualcosa si muove ma non c’è ancora tantissimo soprattutto per far divertire un po’ il turista.
Grazie per il suo commento e soprattuto per le belle parole. Speriamo che dopo gli errori del passato, si colga in pieno questa importante opportunità per lo sviluppo del territorio ibleo e di tutta l’isola, anche se chi scrive (che è siciliano)deve confessare che la vicenda del nome dello scalo, ancora oggi, lo rattrista molto.
bell’articolo molto completo, l’areoporto di comiso è ormai una realtà