Ed è proprio mentre ci si interroga sull’effettiva utilità dei body scanner e sui limiti morali imposti dalla privacy, che sorge la polemica. L’argomentazione preferita dal governo statunitense, principale promotore di questa nuova tecnologia, è la sicurezza. Tuttavia, i dubbi sugli eventuali “effetti indesiderati” spuntano come funghi.
Via alla polemica!

A seguito dei fatti dell’11 settembre e come risultato dei reiterati tentativi di sequestri aerei, come nel caso di Detroit, si è pensato bene d’implementare questa nuova tecnologia. Certo, la funzionalità di tali apparecchi non si discute, in grado di andare “a fondo” con i controlli. Ma la domanda che sorge spontanea da più parti è: “Sì, ma quanto a fondo?“. Sta di fatto che tale sistema è capace di “mettere a nudo” elementi che, con i metodi tradizionali, potrebbero non venir fuori e qui scatta la polemica.
Ad oggi, la nuova tecnologia ha dato sfoggio di sè su alcuni voli che, dall’Europa, hanno
raggiunto gli Stati Uniti, così come per alcuni
voli interni alla nazione a stelle e strisce.
Apriti cielo. Il sospetto di rischi per la salute è legittimo, data l’esposizione a raggi che, a lungo termine, potrebbero portare a conseguenze anche gravi, specie per i viaggiatori frequenti. Altro tema scottante: l’intimità: sino a che punto ci si mostra “come mamma ci ha fatti“, all’occhio attento degli organi di sicurezza?
Come appare chiaro da più parti, a salvare quest’iniziativa è la sua paternità governativa, unica discriminante a salvarla dall’accusa di grave abuso ai danni dei viaggiatori. E gli interrogativi al centro dell’attenzione sono ancora molti: come ci si comporterà, ad esempio, rispetto ai viaggiatori minorenni? È lecito attendersi leggi ad hoc. Ed intanto sorgono qua e la le associazioni di protesta, per un’implementazione ancora non operativa, eppure, già sulla bocca di tutti.
Pronta la risposta: intimo anti-scanner

E se ad ogni azione corrisponde una reazione, ecco spiegata l’invenzione del momento: l’intimo che protegge dall’ occhio indiscreto.
Il marchio Rocky Flats Gear ha creato una gamma d’intimo che occulta le zone interessate: mutande, reggiseni e chi più ne ha, più ne metta, per i viaggiatori di tutte le età.
Magari ben presto questa forma di “autodifesa” sarà vagliata come illegale, sta di fatto che fino ad oggi nessuno si è ancora espresso.
Interessato? I prezzi variano tra i €6,80 ed i €27,95, per un indumento che, quantomeno è predestinato a diventare un simbolo della protesta in atto.
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