Quello che tecnicamente viene chiamato “bird strike” ha colpito un volo della British Airways, costretto al rientro a Genova. E il caso ben più grave dell’incidente dell’Himalaya, in cui hanno perso la vita 19 persone, riporta in auge il problema uccelli per il trasporto aereo.
Gli uccelli, risucchiati da turboeliche o turbine, rappresentano una delle più grandi minacce alla sicurezza dei passeggeri in volo. Una storia che si ripete sin dagli albori dell’aviazione: persino Orville Wright ne parlava nel lontano 1905, definendolo un problema serio per gli aerei già a quel tempo. Ad oggi, il bird strike ha causato decine di incidenti, spesso mortali, nei cieli di tutto il mondo.
Qualcuno ricorderà il volo US Airways costretto a un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson, nel 2009; un anno più tardi è toccato a Thomas Cook, costretto a un atterraggio fortunoso a Manchester. E poi Genova e l’Himalaya, come appena anticipato: i casi abbondano e confermano la necessità di trovare una soluzione a un problema ancora oggi irrisolto.
Milioni di euro spesi nella ricerca, eppure la questione affolla ancora oggi le pagine di cronaca.
Gli uccelli sono causa di incidenti gravi tanto in Europa quanto nel resto del mondo. La vera minaccia? Gli stormi che volano a bassa quota: spesso finiscono per essere risucchiati dalle turbine, mettendo a repentaglio la sicurezza del volo.
Prevenire è meglio che curare
Le nuove tecnologie parlano di parabrezza rinforzati, eppure sembra che la soluzione migliore per prevenire il bird strike sia la rimozione di alberi e vegetazione nei pressi delle zone di decollo e di atterraggio. Non c’è da stupirsi, dunque, se gli aeroporti appaiono come tetre distese di asfalto. E poi cani, armi da fuoco, aerei radiocomandati e persino dispositivi audio per spaventare gli uccelli e tenerli lontani dalle piste.
Per quanto riguarda l’incidente verificatosi in Nepal, lo schianto con gli uccelli ha causato la morte di 19 persone. Due ricercatori italiani salvi per miracolo: avrebbero dovuto prendere parte al volo, poi schiantatosi nei pressi di Katmandu, eppure sono rimasti a terra, a caua di un ritardo.
Siamo stati fortunati – ammette uno dei due – ma lo dico con tristezza, per coloro che hanno perso la vita.
Hai sentito parlare dell’incidente verificatosi a Genova nei giorni scorsi?
Foto: epsos, superstrikertwo / Flickr cc.